Giuseppe Moscati e la chiesa del Gesù Nuovo

Giuseppe Moscati e la chiesa del Gesù Nuovo

Tra le tante storie che vi ho raccontato ci tenevo tanto a farvi conoscere anche la storia del medico Santo Giuseppe Moscati nato a Benevento nel 1800 e poi trasferitosi a Napoli nel centro storico. C’è da dire che questo dottore al quale sono veramente tanto devoto, ha fatto tanto per la popolazione napoletana durante un periodo di grande crisi e carestia dando tutto se stesso per aiutare i più bisognosi. Moscati fa gli studi assieme ad un suo amico che si chiama Giorgio Piromazzo di famiglia benestante e figlio di medici, invece Moscati proviene da una famiglia numerosa di nove figli. Beatificato da Papa Paolo VI nel corso dell’anno santo 1975 e canonizzato da Papa Giovanni Paolo II.  Nel 1987 fu definito il ‘’Medico dei poveri’’. All’inizio dai professori veniva spesso contraddetto perché le sue teorie erano ritenute troppo innovative per l’epoca, la principessa Elena Cajafa lo corteggiava e lui era propenso a sposarla però i suoi troppi impegni fecero trascurare troppo la principessa, ma Giuseppe non ci badava perché troppo dedito al lavoro. Mostrò alla principessa la dura realtà che pativa la gente del popolo in quel periodo. Nel 1903 si laurea in medicina e chirurgia.

 Nel 1906 mentre il Vesuvio incominciò ad Eruttare ceneri e lapilli su Torre del Greco, mettendo in pieno pericolo un piccolo ospedale, fu lui a farli evacuare prima del crollo della struttura. Nel 1911 poi a Napoli ci fu l’epidemia di colera e fu chiamato dall’ Ispettorato della sanità pubblica. Ottenne la libera docenza in chimica fisiologica da parte del professor Cardarelli e quando scoppiò la prima guerra mondiale voleva arruolarsi ma non gli fu concesso e si impiegò comunque tanto ad assistere i malati che rientravano a Napoli dal fronte.  Idee rivoltose e troppo moderne per l’epoca, fa stare i malati all’aria aperta e non chiusi negli ospedali. Ha curato persone di ogni età e ceto sociale. Nel suo studio aveva esposto un cappelli dove raccoglieva fondi per i più bisognosi e chi aveva qualcosa da dare lo offriva per i più poveri invece per quelli che non avevano risorse economiche era consentito attingere da lì il denaro per acquistare cibo e medicine che all’epoca erano anche parecchio care.

Giuseppe Moscati ha fatto tanto per i malati di Napoli in un periodo di forte crisi.

Io stesso sono solito andare in quella maestosa chiesa e pregare, ci andavo quando ero fidanzato, ci sono andato da solo, ci sono andato in varie occasioni per chiedere conforto e trovare un po’ di tranquillità, questa è sicuramente una delle chiese più importanti e grandi di Napoli dove al suo interno c’è una statua del medico insigne e sono sepolte le sue spoglie, si può vedere il suo studio e la camera da letto oltre a tanti altri altari.

 

 

Fu un grandissimo uomo; all’interno della chiesa troviamo la riproduzione della sua stanza da letto, la poltrona dove rese la sua anima a Dio; tantissimi ex voto per i miracoli di Napoli e non solo, lì i malati hanno potuto fare a loro modo un ringraziamento; lo studio fermo alle 3 del pomeriggio, orario in cui egli spirò sulla poltrona per l’ultima volta. Troviamo un crocifisso in argento; i suoi libri di medicina, inginocchiatoio sia nella sua camera che nello studio, siringhe, bisturi, borsa da lavoro, occhiali, titoli e gruppi di lavoro, una cappella dedicata al grande santo.

E’ lì che ci sono anche le spoglie della sorella Nina che lo aiutò non poco in quel periodo, sia umanamente che praticamente gli fu tanto vicino e diede anche lei un grande conforto ai malati seppure non fosse una dottoressa. Amava tanto il fratello Giuseppe e quando morì anche lei fu avvolta dal dolore. Napoli l’8 marzo ha deciso di ricordare anche la figura di Nina Moscati per tutte quelle persone che credono ancora nei valori umani, sociali e religiosi. Una targa per riconoscere la genialità femminile ad una donna operosa per il bene. Testimone di carità le è stata intitolata una strada in vico Quercia presso Cisterna dell’olio che adesso è via Nina Moscati. Allo svelamento della targa hanno partecipato il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe in un momento storico in cui è ancora tanto presente tra i tanti anche il problema della violenza sulle donne. 

@mirkorambone

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