Scudetto del Napoli
Racconto tra realtà e immaginazione
Ricordo
ancora quando vincemmo lo scudetto precedente, nel 1990… Da allora sono
trascorsi trentatré lunghissimi e faticosi anni, nel 1998 siamo retrocessi in
serie B, altre volte invece ci è mancato poco per la vittoria di coppa e
scudetto, quest’anno invece il sogno di noi napoletani è divenuto realtà, siamo
riusciti a vincere!
Abbiamo
visto spuntare pian piano dai balconi delle case bandierine colorate e festoni,
striscioni azzurri e dipinti sui muri. Ad ogni partita anche la gioia e l’amore
nei nostri cuori si è tinta sempre più di azzurro, fin quando a fine anno
abbiamo subito un periodo un po’ calante.
Per le
strade si parlava di scaramanzia, di peste, di sventura e chi più ne ha più ne
metta… Si diceva che i napoletano avevano sbagliato ad addobbare già a festa
tutte le città campane, ma poi finalmente il 5 maggio, grazie al pareggio con
l’Udinese, abbiamo matematicamente vinto lo scudetto e siamo scesi tutti in
piazza a festeggiare.
E’ stata un
emozione grandissima e a quanto a baccano noi di Napoli non ci riusciamo mai a
moderare, esageriamo sempre in tutto. Ci siamo guadagnati il terzo scudetto e
credo sia stato più che meritato.
Il giorno 5
appena finita la partita sono andato assieme ai miei amici a Piazza Municipio
ad Aversa per festeggiare e solamente il tragitto per andare a piedi da casa
mia a lì è stato molto emozionante, meraviglioso assistere a questo tripudio di
festeggiamenti: Macchine piene di persone e alla guida piloti che totalmente
fuori controllo andavano a tutta velocità per le vie del paese accompagnati da giovani
personaggi senza maglia che sventolando al vento bandierine azzurre intonavano
divertiti tutti i cori dello stadio.
Io non seguo
molto il calcio però mi ha detto un mio amico che allo stadio Diego Armando
Maradona nella curva B si canta tantissimo, è il settore più divertente dello
stadio, lì ci sono i veri tifosi, però è per chi ama veramente questo sport,
loro da sempre sono considerati i più scalmanati di tutti.
La curva A e
la curva B dello stadio Diego Armando Maradona, ex Stadio San Paolo sono
proprio dietro la porta, infatti i cori grazie ai lori cori fanno di tutto per
tenere la partita sotto controllo, ovviamente a sfavore della squadra ospitata
a Napoli. Sono anni che questo mio amico ha l’abbonamento in curva B proprio
perché dice che si diverte e perché gli piace cantare.
Da piccolo
assieme ai miei genitori andavo sempre nel settore distinti, avevamo
l’abbonamento lì ma io, nonostante il periodo d’oro dell’epoca non l’ho presa
benissimo, l’ho affrontato un po’ come un trauma il campionato perché allo
stadio tanto dalla passione e dall’enfasi non mi facevano capire nulla.
Nel 1990 i
goal più belli del Napoli me li sono persi perché le persone d’avanti mi
toglievano la visuale e puntualmente, ogni domenica, ad un certo punto della
partita, a mio cugino gli usciva il sangue dal naso. Di solito mio zio si
faceva dare un po’ di ghiaccio dal venditore di turno per tamponare meglio la
fuoriuscita di sangue.
Sullo stadio
vendono di tutto: Coca-cola, aranciate, panini e caffè borghetti, ma il sapore
del caffè borghetti sullo stadio non ha eguali. A volte mi è capitato di berlo
anche fuori ma come è buono lì non è buono da nessuna parte.
Da ragazzo,
ai tempi d’oro del Napoli, qualcosa riuscivo a vedere, ma solo quando
costringevo mio padre a prendermi sulle spalle.
Da allora
sono passati trentatré anni e per tanto tempo ci siamo sentiti tristi e
sconfitti, ma questa volta finalmente ce l’abbiamo fatta.
Anche assistere
all’ultima partita del Napoli è stato molto emozionante: Sono andato a Piazza
Plebiscito a Napoli e c’era una marea di gente a festeggiare ed esultare,
perché tanto già avevamo la vittoria in tasca, se non fosse stato per i fumogeni
che hanno acceso in piazza sarebbe stato tutto perfetto. Davvero quando li
hanno accesi si respirava malissimo ed anche dal palco hanno detto che i tifosi
li dovevano spegnere altrimenti erano costretti a sospendere l’evento.
Un bambino
si è perso assieme al fratello durante quella giornata; infatti, quando lo
hanno detto io e i miei amici, nonostante avessimo una buona posizione e una
buona visuale ci siamo spostati per cercarli ma lo hanno subito ritrovato ed
infatti li hanno portati sul palco. Credo che i due fratellini, nonostante la
tenera età non dimenticheranno mai quella giornata.
Nel 1987,
quando vincemmo il primo scudetto non ricordo veramente nulla, avevo solo due
anni, ma del 1990 qualche vago ricordo lo ho: Sicuramente caos e confusione e
per festeggiare assieme a parenti ed amici ad un tratto mi pare che mi venne lo
schiribizzo di portare sulle spalle un’enorme bandiera azzurra, con sopra
disegnato l’asinello, cominciai a correre tra la folla super eccitata però
caddi e mi sbucciai il ginocchio. Mia madre il giorno dopo sul ginocchio mi
fece una medicazione col mercurio cromo, che all’epoca s poteva ancora usare,
lasciò un po’ di spazietto sul ginocchio e vicino ci applicò un cerottino verde
ed un due color azzurro fatto con l’UniPosca così avevo anche io un simbolo da
portare sempre con me. La gente era divertita a vedere quella decorazione, un
po’ come quando ti ingessi il braccio o la gamba e tutti gli amici ci mettono sopra
le firme o ci fanno dei disegni, per fortuna a me questo non è mai capitato.
Quest’anno
poi d’avanti al Caffè del Professore una ragazza è quasi svenuta tra le mie
braccia e per fortuna che assieme a noi c’era una nostra amica che ha saputo
come soccorrerla. Le abbiamo dato dell’acqua fresca e due bustine di zucchero
per farla riprendere, poi le abbiamo dovuto far tenere a lungo le gambe alzate a
quarantacinque gradi in modo da favorire la circolazione del sangue. Sono stati
attimi di vero panico questi.
A Piazza
Plebiscito si è svolto tutto in maniera classica vedendo dal maxischermo una
splendida Diletta Leotta col pancione che vestita di rosa spiccava tra tutto
quell’azzurro: Ha intervistato Luciano Spalletti, Ciro Ferrara, Osimhen e molti
altri, sempre con grande simpatia e professionalità.
Dal
pomeriggio del quattro giugno fino a passata mezzanotte mi sono divertito
tantissimo assieme ad alcuni amici di Napoli e di Roma che, pieni di spirito
solidale si sono uniti anche loro con noi per i festeggiamenti.
Dopo la
vincita e l’assegnazione della premiazione dei nostri campioni siamo andati a
fare una passeggiata tra via Roma e Via Toledo, le persone si muovevano
ammassate lungo le strade, qualcuno si è arrampicato persino sull’edicola di
Piazza Triste e Trento e qualcun altro invece ha fatto il bagno nella mitica
fontana del carciofo, arrecando sicuramente ulteriori danni a questo splendido
monumento fatto costruire da Achille Lauro, armatore, ex presidente della SSC Napoli e Sindaco
della città di Napoli.
Andare sui
Quartieri Spagnoli in quella serata magica è stato quanto di meglio che potessimo fare, ci siamo divertiti tantissimo: I vicoli erano pieni di gente senza maglia
che ballava e cantava a squarciagola con fanatismo, esaltati, eccitati… Una
parata di tifosi in festa!
Anche io con
i miei amici mi sono divertito tantissimo, abbiamo festeggiato anche noi
assieme a loro, cantato canzoni napoletane e vecchi successi del panorama
musicale classico. Abbiamo festeggiato, abbiamo brindato ed è stato tutto
magico ed emozionante, davvero una vittoria meritata, i festeggiamenti sono
finiti molto tardi ma noi abbiamo dato il meglio di noi per tutto il tempo,
come dei veri battaglieri.
Il giorno
dopo camminando per strada mi resi conto che in tutta la città è cambiato qualcosa,
la gente andava in giro con capelli azzurri, tatuaggio dello scudetto sulla
pelle, nei ristoranti pizze e dolci colorati di azzurro, ho visto addirittura
delle persone portare in centro a Napoli un asinello vero.
La partita
tutta è stata molto emozionante, anche la proclamazione è stato un solenne
riconoscimento di una meritatissima vittoria per noi Napoletani, che fra gli
italiani siamo sicuramente tra i più tifosi in assoluto.
@mirkorambone